18.12.11

Dalle memorie di Ruby - Presentazioni

19 ottobre 2013 – 22:13
Una donna affascinante, non c’è che dire.
Beh, alquanto ovvio. Non credo esista una arpia Toreador che non abbia mai imparato come utilizzare al meglio i propri poteri di ammaliamento. Indossava un abito rosso d’alta moda, che risaltava non poco i capelli biondi, raccolti in una acconciatura appariscente. Probabilmente ogni uomo eterosessuale e probabilmente anche qualche donna sarebbero stati disposti solo guardandola a fare cose innominabili se lei lo avesse chiesto loro. Terrificante. E ammirevole.
- Salve signori. - ci salutò dopo aver scambiato due parole con i suoi tirapiedi. A ogni suo passo i boccoli dei suoi capelli biondo cenere ondeggiavano sinuosamente, in un movimento quasi ipnotico
- Scusate per l’attesa... Mi presento. Sono Annalisa, arpia del clan Toreador e del Principe di Venezia, Ludovico Manin, e sono molto lieta di accogliervi nel Dominio della Camarilla di Venezia. Loro sono Tony e Jean Baptiste, spero che abbiate già fatto conoscenza.
La pausa che seguì le sue introduzioni pretendeva con arroganza i nostri saluti e le nostre presentazioni.
Mi mossi per primo. Meglio non far aspettare chi potrebbe offendersi di essere lasciato attendere.
- Ruby Dubois, giunto da Ginevra su ordine della Camarilla e del clan Tremere. Lieto di essere accolto nel Dominio del principe Manin.
La Toreador mi degnò di uno sguardo, per poi porre la sua attenzione sul più appariscente dei presenti, neppure degnandosi di rispondere al mio saluto.
Dall’alto del suo metro e novanta di fisico da sopravvissuto contornato da una canottiera bianca senza maniche, pantaloni militari e anfibi neri, il ragazzo alla mia sinistra colse l’invito insistente dello sguardo di Annalisa.
- Lucas, Gangrel, da Perugia. - alzò per un attimo, in un saluto di sufficienza. il braccio destro che un attimo prima era incrociato sul petto assieme al sinistro. - Piacere.
Lo seguì il ragazzo seduto sul divano accanto a lui. Bell’aspetto, ben curato.
- Michelle, onorato di fare la sua conoscenza. - L’educazione nella sua voce malcelava un po’ di sgarbataggine. Non era contento di essere lì. Beh, come biasimarlo?
Fu il turno del bel tenebroso accanto a Michelle. Vestito in maniera elegante, capelli lunghi e ben curati, cappotto nero.
- Armand, piacere. - se addirittura io colsi il disprezzo celato nella sua voce ritengo non fu difficile per Annalisa scoprirlo sotto la sufficienza di quella presentazione.
La ragazza che si era tenuta in disparte, dal fisico da atleta, fece un passo avanti.
- Aida, molto lieta. - educata ma essenziale. Probabilmente non molto abituata a situazioni del genere... Come pareva lo fossero tutti.
Me compreso.
Ottimo. Cinque sconosciuti, probabilmente senza esperienza, in una situazione di crisi con nessuna informazione, inviati senza potere.
Traduzione: carne da macello.
Tipico. Il silenzio che seguì le nostre introduzioni fu spezzato dal mio cicerone.
- E io sono Sunshine!!! - esclamò improvvisamente. Tutti i presenti si girarono verso di lui, quasi tutti con sguardo un po’ torvo.
- Chi è questo finocchio? - chiese Armand scioccato.
Sunshine lo guardò, con lo sguardo di un bambino innocente che sta spiegando un’ovvietà.
- Io non sono un finocchio. - disse infilando una mano all’interno della giacca traboccante occhi - QUESTO è un finocchio. - affermò con aria di rivelazione, estraendo da una tasca interna un vero finocchio.
- Da dove diavolo... - Armand rimasestizzito. Come tutti i presenti.
Jean Baptiste, il ragazzo dai capelli neri accanto alla padrona di casa lo apostrofò, in maniera troppo seria perché fosse una battuta, con un tono decisamente somigliante ad una minaccia velata.
- Poteva andarti peggio, pensa se gli avessi dato dello scoppiato.
Sunshine rise, in maniera palesemente malata. Una risata isterica che cessò come era iniziata, sostituita da uno sguardo serio e concentrato, che seguiva con attenzione qualcosa di invisibile mentre si muoveva nella stanza.
Non pareva che Annalisa avesse apprezzato in particolar modo le presentazioni. Ma non ci diede a vedere di averle disprezzate.
- Siate i benvenuti. - ci disse, distraendoci dalla follia dell’eccentrico veneziano - Ebbene, il Principe si rincresce di non potersi presentare di persona, ma purtroppo questa notte è impegnato altrimenti. - si sedette sul divanetto opposto a quello occupato da Michelle e Armand.
Con i suoi due sottoposti alle spalle pareva un incrocio tra una principessa su di un trono e un boss mafioso nella sua tana.
Decisamente appropriato.
- Non dubitate comunque che la vostra presentazione è ritenuta in pieno accordo con le Tradizioni, e che siete i benvenuti qui a Venezia.
Aspettai un paio di secondi che qualcun altro parlasse, e decisi di non far attendere oltre dato il silenzio dei presenti:
- Sono lieto di sentirlo, e mi dispiace di non poter incontrare il Principe di persona. Speriamo tuttavia di poterci presentare a lui stesso il prima possibile.
Lei mi guardò squadrandomi un poco.
- A tal proposito egli ha disposto acché siate a lui introdotti domani sera alle nove, presso Palazzo Ducale.
Annuii, e anche gli altri presenti mostrarono di aver registrato l’informazione.
- Ebbene - prese parola Lucas - come mai il Principe non ha potuto riceverci? In cosa è impegnato di preciso?
Annalisa guardò Lucas e rispose con fare appropriato alla sgarbataggine dimostrata dal Gangrel.
- Come ben saprà, Venezia è in subbuglio in queste notti. Le assicuro che il Principe ha impegni vitali per la sopravvivenza del Dominio a occupare la sua agenda.
Lucas assorbì il colpo chinando lo sguardo e sogghignando divertito:
- Non ne dubito. Ma vede, noi siamo stati mandati qui per indagare, giusto? La mia domanda era abbastanza chiara, ma mi ripeto: cosa impegna il principe di preciso? Cosa è accaduto in particolare queste notti da richiedere la sua attenzione stasera? Sarà ora che cominciamo a indagare, dato che è per questo che siamo qui, no?
Michelle si affrettò a mitigare le parole del suo concittadino:
- Effettivamente, signorina Annalisa, è per questo che siamo qui. Potrebbe gentilmente raccontarci i fatti e il loro svolgimento?
Annalisa guardò Lucas con uno sguardo di disprezzo e divertimento mascherati da una sorridente maschera di cortesia.
- Sì, beh... Effettivamente la vostra richiesta di informazioni è legittima. - si riavviò i capelli e cominciò a raccontarci con eloquenza: - Ebbene, un paio di settimane fa gli esponenti della Camarilla in città hanno cominciato a perdere i contatti con i membri del clan Giovanni, che per la notte del nove Ottobre si è completamente dileguato, sparito nel nulla. Quella stessa notte la città è stata attaccata da un gruppo di vampiri provenienti dal mare. Il combattimento è durato due notti, fino a che l’assalto non è stato respinto, nella notte del dieci Ottobre. Ma durante le ultime schermaglie è sopraggiunto il maremoto, che ha colpito e danneggiato la città. La Camarilla ne è uscita vincitrice ma indebolita - guardò Lucas con lo stesso sguardo provocatorio di poco prima - ed è per questo che il Principe è molto impegnato.
Lucas fece per rispondere, ma Michelle gli poggiò una mano sul braccio. Si limitò a sorridere sfacciatamente, ma non obiettò.
Fu Aida a porre la domanda seguente. - Si sa chi è stato ad attaccare? Ci sono stati prigionieri?
Annalisa la osservò un attimo e poi rispose
- Per quanto ne so, credo che fossero Assamiti. Non sono a conoscenza di prigionieri, ma è possibile. La certezza è che non ve n’è più nessuno che minacci il nostro territorio. La Camarilla non transige su chi invade e minaccia i nostri domini.
Quanta fierezza e sfacciataggine nel rimarcare il possesso di un territorio che la Camarilla stessa aveva acquisito da meno di due giorni, al tempo.
Lucas certamente stava pensando la stessa cosa.
Solo che lui lo dava a vedere, mentre io invece no.
- Trova la cosa divertente... Lucas, giusto?
Il gangrel ridisegnò la propria risata in un sorriso.
- Sì, molto. Ma io mi diverto facilmente.
Annalisa lasciò cadere la questione, ma io no. Cedetti alla curiosità. Dovevo pur sapere con chi avevo a che fare.
Scrutai la figura imponente del perugino alla ricerca delle sue emozioni... Non fu difficile.
Disprezzo. La sua figura ne era circondata. Nonostante l’apparenza rilassata e gioviale, faticava a mantenere celato la rabbia e il disgusto. Per chi era intuibile... O almeno al tempo credevo fosse così.
Non indagai oltre, e ripresi la concentrazione sulla conversazione. Non dovetti stare concentrato su di essa molto a lungo, tuttavia.
- Ebbene - disse l’Arpia alzandosi con fascinosa grazia - spero che troviate ciò per cui vi abbiamo richiamati. Ora i miei impegni mi richiamano all’ordine. Ho un locale da gestire e molte faccende da sbrigare. - ci guardò tutti negli occhi mentre ci parlava - Se qualcuno di voi necessita di un posto dove passare la notte, sappiate che la mia casa è aperta a chi ne chiederà l’accoglienza.
- Non ce ne dimenticheremo. - asserii velocemente, cercando di distrarre la nostra ospite dall’espressione di disgusto che per un attimo aveva invaso il volto di Armand.
Ci salutò con un cenno e se ne andò, ancheggiando e facendo ondeggiare i capelli curatissimi.
Fummo scortati fuori dai due tirapiedi di Annalisa. Sunshine ci seguì, continando a seguire con lo sguardo il nulla in movimento.

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